sabato 30 gennaio 2016

Gli Odiosi Otto e l'originalità


Tarantino è un regista notevole per il piglio tutto suo, ma che non amo particolarmente. Trovai piacevolissimo il suo primo grande successo, ovvero Pulp Fiction, che risale ormai a precchi anni fa. Decente qualche altro film, sopravvalutato più di uno. Il suo stile di dialoghi barocchi e gonfiati, pellicole lunghissime e (talvolta) la politicizzazione spinta di certi interventi fatti con la profondità di un liceale arrabbiato me lo rendono sospetto e indigesto, ma più di ogni altra cosa temo le sue genialate e le sue... citazioni, ovvero gli omaggi a film e stili del passato che magari non mi entusiasmano. Nel caso di The Hateful Eight, che sta per arrivare sugli schermi e che forse vedrò sebbene mi preoccupi il fatto che sia molto lungo, c'è un'altro dettaglio che m'ispira una riflessione. Il dettaglio è che la trama sembra ricalcata su un episodio di un vecchio telefilm. La riflessione è sulla possibilità di essere veramente originali.

martedì 26 gennaio 2016

Il Settimo Figlio

A quanto pare con il fantasy nel cinema funziona così: se hai alle spalle un best seller, ma uno di quelli tosti, che li conoscono tutti e che spopolano, e ci investi quel centinaio di milioni di dollari abbondanti (a volte più, ma a volte anche meno se non c'è quel gran bisogno di effetti speciali), hai in mano una vera macchina per stampare soldi. I libri di Tolkien da cui sono stati tratti la bellezza di sei film (e non è finita, pare), i vampiri della Meyer, Harry Potter sono i classici esempi. Se prendi un fantasy che magari ha il suo onesto successo librario alle spalle, ma che resta soprattutto una faccenda riservata agli appassionati, spendi comunque tanto perché queste produzioni non sono facilissime, e rischi di riportare a casa un guadagno misero o magari di perderci. Un caso è il recente remake di Conan, che comunque era anche brutto, ma lo stesso destino è toccato a Solomon Kane, che non era un brutto film. Non sto dicendo che sia sempre così, comunque. Per carità, con una cifra relativamente modesta e nessun bestseller da un milione di libri alle spalle Guillermo del Toro si è affermato come regista di grido (con il suo Pan, che per quanto sia un horror-fantasy potremmo mettere nella categoria).

Il Settimo Figlio (2015), girato da Sergei Bodrov e ispirato a The Spook's Apprentice dell'inglese Joseph Delaney (primo libro di una serie), ha fatto un po' la fine di questi fantasy di serie B, e comunque costosi, che non riescono a piacere al grande pubblico ma vengono offesi e spernacchiati come se fossero la peggior robaccia, ingiurie che invece non vengono rivolte ai film fantasy di successo che spesso sono di un livello pari, o appena superiore.

lunedì 18 gennaio 2016

Focus... su cosa?

Nei passati giorni di pigro ingozzamento festivo mi sono comprato due riviste appartenenti a collane sorelle (Focus Extra e Focus Storia): il numero dedicato ai falsi miti e ai complottismi (titolone in prima pagina: "Non è vero che...") e quello sulla Seconda Guerra Mondiale.

Ne approfitto per fare un commentino o due su questo genere di riviste... non ho niente contro la divulgazione scientifica (o storica, o sul sapere in generale) ma quando vengono fatti troppi compromessi per piacere ed essere comprensibili a un vasto pubblico si rischia di essere superficiali e di non dire la verità.

Per fare qualche esempio concreto, cominciamo dal primo articolo di Focus Storia: Tutti i perché dell'ecatombe. A uno storico viene chiesto: Al di là della causa occasionale, cioè dell'invasione della Polonia, quali premesse prepararono il conflitto? Lo storico, di cui non faccio il nome, risponde che rispetto alla Prima Guerra Mondiale le premesse della Seconda sono abbastanza chiare: ovvero non ci furono dei meccanismi che forzarono la situazione come nel caso della guerra del '14-'18 andando al di là della volontà dei protagonisti, ma la causa è da attribuire al desiderio di Hitler di portare la Germania a dominare in Europa e nel mondo. La dura pace imposta a Versailles sarebbe una causa remota, non immediata. Una risposta che lascia a bocca aperta. Lo affermo per qualche complottismo mio personale? No.

sabato 16 gennaio 2016

Il fantasy, onestamente, ha rotto...

Non completo la frase e non dico chi l'ha scritta perché non voglio fare quel tipo di pubblicità... quella che "l'importante è che se ne parli." Certo che una casa editrice che si proponga agli autori emergenti con un programmatico "non accettiamo romanzi di genere fantasy: il fantasy ha, onestamente, rotto il cazzo" credo che, al di là della pretesa di fare una dichiarazione forte da 92 fantozziani minuti di applausi, dimostri solo un miope pregiudizio.
Comunque non linko la fonte ma solo un altro blog dove c'è un commento interessante su quella splendida autopresentazione. Di mio invece linko le considerazioni che feci riguardo all'influente opinione di un certo intellettuale italiano di tanti tanti anni fa, a dimostrazione che ci si può sentire originali a riproporre steccati che hanno rotto, onestamente, ormai da un secolo.

lunedì 11 gennaio 2016

Il Mostro della Martesana

Consigliato da un amico ho acquistato questo libro (ebook), senza sapere che Il Mostro della Martesana di Daniele Ramella è in effetti il secondo di una serie, chiamata Le Avventure del Club degli Scapigliati. Nessun problema, si legge benissimo da solo. In effetti un'occhiata a questa serie, che è inserita nel "Risorgimento di Tenebra," progetto colletivo di scrittura creativa, dovevo proprio darcela, perché l'horror inserito nella metropoli lombarda è oggetto anche del mio Khaibit - Il Giorno del Giudizio. Qui siamo nell'ottocento (mi viene ancora da scrivere "il secolo scorso" ma ormai sono... due secoli fa), poco dopo l'unità d'Italia: un gruppo di giovanotti di Milano fonda il Club degli Scapigliati con l'intenzione di indagare su strani misteri e tenebrose creature che pullulano in Lombardia (adesso in effetti di tenebrose creature ce n'è anche di più). Nel primo libro il nostro gruppo di audaci fa fuori una vampira, mi par di capire, qui invece c'è da vedersela con una minaccia che esce addiritura dalla fantasia del buon vecchio H.P. Lovecraft. La minaccia viene dai canali navigabili della zona milanese, i navigli. Quale migliore covo per i mostri chtulhoidi? L'indagine coinvolgerà un altro misterioso personaggio, oltre al nostro gruppo di amici, ma non anticipo altro.

Lettura rapida, piacevole, belli i riferimenti storici, la presenza del dialetto nei dialoghi, carina la storia. Forse la caratteristica che ha fatto un po' difetto è proprio l'horror, nel senso che lo svolgimento dei fatti pur avendo un accumulo di aspettativa e una serie di sequenze drammatiche non mi ha fatto fare dei veri e propri balzi sulla sedia. Ma in effetti è il problema ormai comune a ogni racconto che cerca di resuscitare il grande maestro dell'horror: per chi le conosce, purtroppo, ormai le tematiche lovecraftiane sono piuttosto scontate.


martedì 5 gennaio 2016

La Signora del Lago

E così anche la saga di Andrzej Sapkowski è arrivata al termine. L'ultimo libro, La Signora del Lago, mi ha tenuto compagnia tra Natale e Capodanno e l'ho giusto finito ai primi del 2016: una storia che tira le fila della lunga trama, risolve qualche imbroglio, crea un finale epico e vede la morte di un sacco di personaggi. Inizialmente Ciri, la predestinata, si trova sulle rive di un lago incantato ed entra in contatto con i personaggi dell'epica arturiana. Poi si parla delle trame degli Elfi nei suoi confronti, del viaggio che Ciri percorre tra varie epoche e dimensioni in cerca del suo destino, mentre Geralt di Rivia, nel mondo martoriato dalla guerra, va in cerca della fanciulla con disperata abnegazione. Le maghe intessono le loro trame per governare dietro le quinte il mondo e portare la guerra a un qualche tipo di conclusione, e... insomma non posso anticipare altro, una conclusione ci sarà. Cosa dire di questa serie?