lunedì 12 maggio 2014

Small World


Small World è un boardgame del 2009 pubblicato dalla Days of Wonder. È basato sul controllo del territorio, facile, di breve durata (in una serata si possono concludere diverse partite). Il disegnatore è Philippe Keyaerts, belga, non alla prima impresa. Poiché il gioco ha avuto successo ci sono innumerevoli espansioni (e una versione digitale) ma l'idea di base è semplice, semplice e geniale.

Abbiamo una mappa divisa a zone con vari tipi di territorio (montagne, mari o lago, foresta, e via dicendo), varie pedine appartenenti a diverse "razze" che devono contendersi questo mondo, e delle tessere di cartoncino di diversi tipi che si combinano per crearne le caratteristiche. Le razze sono descritte così con un nome e un aggettivo. Ad esempio, nella fotografia che ho scattato, si può vedere una di queste accoppiate (le due tessere che si congiungono una nella concavità dell'altra). Ogni razza ha una caratteristica base data dal nome (e descritta con dei simboli, nella tessera a destra) e una capacità aggiuntiva casuale, l'aggettivo, diversa a ogni partita (tessera più piccola, a sinistra). Con questo facile accorgimento il progettista del gioco ha creato una grande varietà di combinazioni, dando già al gioco base una buona longevità. Si può facilmente comprendere come questo sistema sia espandibile all'infinito pubblicando delle espansioni con nuove curiose combinazioni, nuove mappe e via dicendo.

Va da sé che in qualche caso la caratteristica base di una razza si accoppia particolarmente bene con il potere attribuito dall'aggettivo, talvolta la combinazione è meno forte. I giocatori possono vedere un certo numero di queste razze giocabili, disposte in ordine di apparizione. Si può "pagare" un bonus di punti vittoria per scegliere quella che piace di più; altrimenti si prende la prima disponibile. Quello che non si può fare è cambiare le combinazioni nome-aggettivo, che restano casuali.

C'è poco spazio per la fortuna (esiste il dado ma è poco rilevante). Ciascun giocatore cerca di espandersi e prendere più territorio possibile partendo da bordo mappa e attaccando le zone adiacenti, contendendosi questo mondo che, come dice il titolo, è troppo piccolo per tutti. Più zone si controllano e più punti di vittoria si prendono, molto semplicemente. A seconda dei vari bonus a qualcuno sarà più facile conquistare certi tipi di terreno, a qualcun altro toccherà un bonus aggiuntivo controllando i territori con certe caratteristiche, altri vinceranno più facilmente le battaglie, altri saranno più coriacei in difesa, e via dicendo.

Per conquistare un territorio c'è un numero fisso di pedine da collocare, a seconda delle difese e del tipo di terreno eccetera; pertanto una razza non raggiunge subito la propria massima espansione. Nei turni successivi si riprendono in mano le tessere (contrariamente al risiko, qui si possono eventualmente abbandonare dei territori) e si cerca di effettuare nuove conquiste e disporsi al meglio.

Va da sé che quando è il turno degli avversari prima o poi i nostri territori verranno attaccati così alcune delle nostre preziose truppe andranno perse e altre si ritireranno. Un giocatore può ad un certo punto decidere che è meglio rinvigorire le proprie forze con sangue fresco: la scelta è di saltare il turno e ripartire poi con una nuova razza. Quella vecchia rimane passiva, non muove più e non attacca, però fornisce ancora dei punti vittoria; notare che non si difende bene come prima (resta solo una truppa per ogni territorio). Quando il giocatore sceglie di fare un secondo cambio di razza giocante, la più vecchia scompare e così via (massimo due razze in gioco, una attiva e una passiva).

Il gioco dura un numero fisso di turni e questo garantisce partite brevi; il giocatore dovrà gestire al meglio le proprie forze, decidere quando è il caso di perdere un turno per immettere una nuova razza in gioco e massimizzare le possibilità di guadagnare punti vittoria, offerte dalle particolari caratteristiche delle forze che sta muovendo. Insolito, ma non impossibile, è giocarsi tutta una partita con una sola razza.

Una volta presa confidenza con questo gioco un veterano dei boardgames potrebbe sentire che, sebbene ci siano illimitate combinazioni per creare le razze, quello che c'è da fare sia fin troppo ovvio; le cose cambiano se si introducono nuove espansioni, ma a mio parere la semplicità di Small World ne può limitare alla lunga la rigiocabilità. Tuttavia questo boardgame ha diversi vantaggi che ne hanno determinato il successo: è semplice e accessibile ai giocatori occasionali, presenta diverse idee valide, e per chi ha bisogno di novità per superare la noia di conoscerlo troppo bene ci sono molte espansioni disponibili. Un altro lato positivo è che l'ambientazione è fantasy.







3 commenti:

Marco Grande Arbitro ha detto...

Proprio nella vacanze di Pasqua ci ho giocato!
E' un gioco che mi ha molto divertito, tornei a giocarci volentieri

Bruno ha detto...

@ Marco Grande Arbitro giorgio: in effetti è divertentissimo, io ci ho giocato diverse volte, non mi ha stancato.

cooksappe ha detto...

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