lunedì 28 aprile 2014

Il Mondo Nuovo: distopia realistica?

Il libro di Huxley di cui ci ha parlato Simone nel recente post lo considero interessante perché, quando lo lessi, nel confronto con 1984 di Orwell mi pareva più azzeccato per l'individuazione dei pericoli da cui ci dobbiamo guardare. Comunque va anche detto che dal punto di vista artistico 1984 al confronto dell'opera di Aldous Huxley vince alla grande, a mio parere, e che le previsioni del Mondo Nuovo andrebbero largamente riviste alla luce dei progressi scientifici successivi, che hanno portato a nuove minacce e a nuove opportunità. Del resto "indovinare" come sarà il futuro è un terno al lotto e Huxley ci parla di un'epoca molto lontana


Orwell ci ha parlato dello spettro del totalitarismo brutale e omicida di cui temeva l'avvento, ma il mondo occidentale non ha conosciuto quel tipo di oppressione, per quanto vi sia una certa "libertà" che può concedere ai potenti di compiere varie azioni brutali ai nostri danni. Il Mondo Nuovo e Fahrenheit 451 ci parlano invece della manipolazione a volte sottile e a volte evidente a cui siamo soggetti, dello strapotere dei media, dell'incoraggiamento a essere superficiali e a rinunciare alle decisioni che sarebbe nostro diritto prendere. Il totalitarismo temuto da Orwell, a dire, il vero, è sempre dietro l'angolo per tutti e si è in effetti realizzato anch'esso, sia pure in forme meno tecnologiche, nel mondo del comunismo reale(*). Oggi quel tipo di totalitarismo lo potremmo dare per spacciato ma, mentre da una parte la volontà di strapotere economico dei plutocrati corre il rischio di donare a comunismo e ideologie affini una seconda vita, dall'altra non è da escludere che un certo tipo di liberismo getti prima o poi la maschera e ci mostri apertamente che la sua libertà è solo quella di un ristretto numero di persone.



Il Mondo Nuovo pone l'accento su alcuni temi molto interessanti: la perversione della scienza, la potenza dello tecnologia quando diventa strumento per giustificare quello che i potenti vogliono. La falsità dei messaggi che continuamente si ricevono. E di conseguenza l'annientamento dello spirito dell'uomo. Mentre a Winston, il protagonista di 1984, il torturatore dice "se tu sei un uomo, tu sei l'ultimo uomo," gli uomini divisi in caste del Mondo Nuovo non subiscono violenze ma vengono trasformati, progettati come qualcosa di diverso da vere persone senza che nemmeno lo sappiano, incapaci di vivere pienamente una vita umana. Emblematico quindi il confronto con il "Selvaggio" che dapprima è sedotto da questo "mondo ammirevole" e poi ne vede la vacuità: non mi sembra casuale il fatto che sia cresciuto, sia pure mal tollerato, in una specie di riserva indiana, visto che i pellerossa vengono comunemente visti come il prototipo dell'uomo integro e saggio (io ho qualche dubbio). Invece gli uomini del Mondo Nuovo, così incompatibili con questo giovane che è cresciuto in maniera più naturale, mi ricordano inevitabilmente gli ultimi uomini di Nietzsche, incapaci di vivere e di provare passioni, avidi di piaceri ma nemmeno desiderosi di essere sconvolti da piaceri troppo intensi, e anche incapaci di arrabbiarsi veramente perché "fa male allo stomaco."

Essendo un libro piuttosto datato il Mondo Nuovo è ovviamente anacronistico dal punto di vista della tecnologia. Per esempio la creazione delle persone, di tipi predeterminati, tramite uteri artificiali non ha ovviamente un equivalente ai nostri giorni (esisterà, nell'anno in cui è immaginata la storia?) ma mi incuriosisce come, per via del costo degli studi e di varie barriere, modernissime in certi paesi e feudali in altri come l'Italia, la divisione "in caste" stia tornando, dopo un periodo in cui si esaltava la mobilità sociale. E abbiamo anche la tendenza a sposare persone dello stesso ceto, ci dicono le statistiche.
Quanto alla falsificazione della democrazia, essa praticamente è completamente realizzata, essendo i parlamenti del mondo occidentale più o meno ridotti a teatrini dove non si decide niente.
Ciò che non abbiamo è la soddisfazione artificiale e l'abbondanza di beni che Aldous Huxley concedeva alla sua umanità traviata dal consumismo. Forse viviamo in qualcosa di molto simile al Mondo Nuovo, ma la storia non è ancora finita.


(*) Nota: c'è chi pensa che se non si fosse verificata una serie di eventi sfortunati il comunismo avrebbe potuto dare esiti molto migliori. Non me ne vogliate, ma temo che abbia dato quello che poteva dare. Non è che il liberalcapitalismo ci fornisca una grandiosa prova di se stesso, comunque.

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