lunedì 13 gennaio 2014

Brainstorm Generazione Elettronica

Brainstorm Generazione Elettronica è un vecchio film di fantascienza, be', non così vecchio forse, ma dal look ormai decisamente datato nonostante qualche effetto speciale e una gestione della telecamera che possono ancora dire la loro. Il titolo in inglese è semplicemente Brainstorm, e si segnala innanzitutto per mostrare tutta la parabola di una invenzione scientifica dall'entusiasmo iniziale a... un po' di problemi che nascono in seguito. Seconda particolarità, è l'ultimo film in cui ha recitato Natalie Wood (1938-1981), che morì durante le proiezioni costringendo a modificare alcune parti della storia. La Wood, che era di origine russa e molto famosa ai suoi tempi (chi se la ricorda oggi?) morì in circostanze decisamente ambigue (il regista Douglas Trumbull fu scioccato dall'evento al punto che abbandonò la professione dopo questo film).

La scoperta di cui si parla nel film è un'interfaccia che permette di registrare le emozioni e i pensieri. Il marchingegno consente a un altro di sperimentare di prima mano le stesse sensazioni. Speranze e brindisi di successo dei ricercatori, nonché le preoccupazioni per la piega che prende questa ricerca sono ben descritti e hanno una grande rilevanza nel film: i due principali membri del team, interpretati da Christopher Walken e Louise Fletcher, sono i protagonisti. I due attori sono bravi, la storia forse si muove su binari che sono troppo scontati (certamente oggi come oggi lo sono).
Dapprima ci sono le preoccupazioni sulla libertà di questa ricerca e sulla prudenza che si deve esercitare nel fare uso del risultante macchinario. Ovviamente ci sono subito quelli che fanno sciocchezze con questo nuovo giocattolone: c'è chi vuole usarlo per prendersi emozioni forti di ogni genere (esperienze estreme e, ovviamente, sesso) e lo stesso Brace, il personaggio interpretato da Walken, rischia la pelle "esplorando" le sensazioni della sua collega - il personaggio della Fletcher - che aveva registrato un attacco cardiaco, quello che le era stato fatale.

I militari ovviamente vogliono mettere le mani sul progetto, gli scienziati ovviamente lo vogliono impedire, ma in fin dei conti non hanno speso i propri soldi per la ricerca e possono essere esautorati dai loro finanziatori che sono anche i loro superiori... non spiego come andrà a finire questo ovvio contrasto, dico solo che lo sviluppo della trama è dettagliato ma anche piuttosto banale. La recitazione degli attori è a momenti sottotono (tranne che nel caso della Fletcher che mi pare molto brava) che sia colpa loro o della sceneggiatura... e ci sono momenti morti o poco interessanti. Non è un brutto film ma credo che gli effetti collaterali e i rischi di un manufatto scientifico come quello descritto qui ce li possiamo immaginare facilmente tutti, e la tematica è stata esplorata in maniera molto più efficace ed emozionante in tempi più recenti. Basti pensare al film della Bigelow, Strange Days, di cui ho parlato in passato, dove non si ricorre nemmeno a chissà quali effetti speciali, ma che è molto più valido.
Giudizio finale? il film si fa ancora vedere nonostante sia superato da un punto di vista tecnico; non ha però elementi di grandissimo richiamo perciò, se non avete un particolare interesse (per il tema, per gli attori ecc...), potete perdervelo tranquillamente.

Della morte di Natalie Wood si è riparlato un annetto fa. Ecco un articolo in italiano con una ricostruzione dei fatti.



Nessun commento: