domenica 10 aprile 2011

Rango

Un cartone animato per tutte le età (alcuni dei concetti espressi non sono proprio comprensibilissimi ai bambini, ma siccome non è un'opera filosofica si può vederlo per il semplice divertimento) con la particolarità dell'animazione più impeccabile, precisa e realistica che abbia mai visto. In Rango si ha qualche volta addirittura l'impressione che il cartone animato sia fatto di oggetti reali filmati con una vera telecamera.
Il film è ricco di citazioni musicali e cinematografiche: ad esempio la sigla finale, peraltro abbellita con animazioni che voltano al surreale, è certamente ispirata a certe canzoni da surfisti che sono state usate da Quentin Tarantino per Pulp Fiction. Ci sono citazioni che mi hanno ricordato Dune ("voi avete un problema di acqua") e una colonna sonora da spaghetti western, che viene a sottolineare scene alla Sergio Leone.
Gore Verbinski ha voluto creare un film che avesse allo stesso tempo un sapore classico e dei richiami bizzarri, tra cui il fatto che questa strana città western, abitata da animali antropomorfizzati e situata in un deserto bollente, è contigua al mondo "vero." Ne è influenzata da un problema molto concreto, l'acqua che è scomparsa per via di un losco traffico; e dal mondo reale viene il camaleonte protagonista, che vive solitario in un terrario, una scatola di vetro, creandosi un mondo immaginario da attore che recita con un pezzo di bambola rotta e un giocattolo a forma di pesce.

[Se non volete anticipazioni della trama saltate al prossimo paragrafo] Il mondo di "Polvere", la città in cui Rango capita dopo che un banale incidente lo ha sottratto al suo proprietario (e il mondo immaginario del terrario è andato perso), impone al camaleonte di confrontarsi con la "realtà" (per modo di dire...) inventandosi eroe spietato dopo aver avuto la meglio su un terribile falco, grazie a un colpo di fortuna. Riesce barcamenandosi a imporsi per un po', guadagna l'ammirazione di una lucertola-figlia di contadino, ma si comporta da sciocco con una banda di rapinatori-talpe a cui facilita il crimine, e non sa cavarsela con un sindaco-tartaruga più furbo di lui, e con uno spietato serpente a sonagli in veste di pistolero chiamato per toglierlo dai piedi quando ficca il naso dove non dovrebbe.
Scacciato e sbugiardato, tornerà all'autostrada in cui è iniziata la sua avventura (quando il terrario è caduto dal veicolo che lo trasportava) a meditare il da farsi, lasciando che le auto lo sfiorino e rischino di ucciderlo.
La crisi di identità del camaleonte-sceriffo non sarà grande cinema, ma va a colpire nel segno, mostrando l'esistenza vuota di un animale domestico che viveva tranquillo e inutile come giocattolo degli uomini, e all'improvviso deve cavarsela in una realtà spietata. Persa la falsa identità di eroe capisce che deve scegliere di essere qualcosa nella vita, e decide di diventare un eroe sul serio. Da qui, vendetta e giustizia per tutti.


Dopo aver parlato della grafica stupenda, della musica e delle svolte stravaganti della trama, va detto che il film ha qualche momento più lento e meno divertente. Tuttavia credo che abbia meritato il primato di film che ha incassato di più nel 2011. Finora.

4 commenti:

Ganz ha detto...

Questo voglio proprio recuperarlo, ne parlano tutti come di un gioiellino.

Simone ha detto...

Concordo sul lato tecnico.

Il film invece per me non sa a chi rivolgersi: io l'ho trovato noioso e interminabile, mio nipote invece aveva paura. Per accontentare tutti e' rimasto nel mezzo.

Simone

Bruno ha detto...

Per citare Ganz dico che è un gioiellino... dal punto di vista tecnico senz'altro. Poi come audience non saprei, forse è più per gli adulti. Sono andato a vederlo in mezzo a una frotta abbastanza nutrita di marmocchi e ragazzini e i più piccoli non erano a loro agio. Quando i gufi-mariachi (che nel film intervengono come una specie di coro greco che si rivolge agli spettatori) cantavano della sicura morte di Rango, ad un certo punto ho udito una voce preoccupata di bambino chiedere: "Ma è vero che muore?" E certamente le varie citazioni cinematografiche non sono per i più piccoli.
Noioso? Sì, in alcuni punti si sarebbe dovuto sbrigare un po' di più, ma nell'insieme non mi sembrava affatto noioso. Certo che, devo ammettere, i paesaggi, i buffi animali ecc... mi avevano ipnotizzato.

Anonimo ha detto...

BOH ?? non mi è piaciuto
Pillo