giovedì 23 settembre 2010

L'atroce nord est

Atroce perché non è che mi abbia portato molto bene visto che ho dovuto buttar via un anno proprio da quelle parti, e perché vi associo un certo numero di tristi storie italiche. Ma non ce l'ho con chi vi abita, beninteso. Quest'anno vi ho speso anche buona parte dei miei pochi giorni di ferie.
Tra i vari luoghi che ho visitato c'è il sacrario militare di Redipuglia, dove riposano centomila soldati italiani (di cui la maggior parte non identificati) caduti nella Prima Guerra Mondiale, un bel record raggiunto anche grazie alla follia dei comandanti militari (primo fra tutti Cadorna) che ordinarono una serie ininterrotta di attacchi suicidi.
Nelle gradinate ci sono le tombe dei caduti identificati, tra cui ho avuto la sorpresa di trovarne uno con il mio cognome (il nome o altri dettagli mancavano), sorpresa che è diventata ancor più grande quando, in seguito, non sono riuscito a stabilire se si trattasse di un mio parente. Stranezze del tempo che passa e dell'avere troppe relazioni alla lontana e poche vicine.
In cima, dietro la cappella, un malinconico museo di oggetti, articoli di giornale, fotografie e testimonianze. Dall'altro lato della strada che porta al sacrario c'è il colle Sant'Elia, museo all'aperto con pezzi d'artiglieria, filo spinato, bossoli e altri elementi d'equipaggiamento, e tante lapidi che recano iscrizioni votate alla retorica più atroce, mi spiace dire.
Una fra tutte: Mamma mi ha detto: VA! E io l'aspetto qua. Obiettivamente è terrificante.
Però un'altra, una sola, aveva il tono asciutto di un epigramma greco. La lapide dedicata a un ufficiale rimasto non identificato:
Seppero il mio nome
Gli umili fanti, quando balzammo insieme
Al grido: "Avanti!"

La città di Trieste, dove ho passato un paio di giorni, è invece una località molto particolare in quanto non si ha del tutto l'impressione di essere in Italia, avendo un aspetto più da cittadina austriaca nel suo centro storico, nonché una forte minoranza slava, cognomi assai insoliti anche fra gli italiani, nonché (m'è parso) troppi uomini biondi in giro rispetto alla media del nostro paese dove sono bionde (tinte) quasi solo le donne. Eppure per via di tante note vicende sanguinose si trovano dovunque riferimenti patriottici e ricordi dei conflitti, dei bersaglieri che giunsero liberatori, di eroi e tragedie, profughi istriani, foibe e così via. Forse, in quest'epoca di particolarismo e separatismo, potrebbe essere l'ultima località del nord a sentire un legame forte per la patria. O forse no?

Dulcis in fundo, giusto un passo oltre il confine con il Veneto e quindi non lontano da quei luoghi, ho avuto il piacere di ripassare davanti alla caserma dove buttai via un anno della mia vita nel servizio militare di leva. E' passato così tanto tempo che mi sono quasi stupito di ritrovarla lì, e praticamente uguale.

3 commenti:

Parao ha detto...

Trieste è una città chiusa. Molto bella, ma soltanto geograficamente. I suoi cittadini sono sin troppo spesso provinciali e vivono una vita agiata che ricorda il peggio dell'Italia: zeppa di figli di papà che della vita sanno ben poco e si vede.
Ciò che la salva, socialmente, è l'università, che la popola di giovani, perché, ahimè, è la città più vecchia d'Italia - e anche la più ricca assieme a Genova, dato che le banche sono piene di conti correnti di gente della terza età più che benestante.
Sembra austriaca - in un certo senso - perché era sotto gli Asburgo. Non so se sei andato a visitare Miramare: costruito da loro, al tempo di Sissi.

Me ne sono andato e qui, a Barcelona, sto meglio. Si respira un'altra aria: già l'Italia è nello stato comatoso che è, in aggiunta Trieste è sempre stata una città di destra. E da quando c'è Berlusconi, le parate militari (di tutti i tipi, perfino le più ridicole) in Piazza Unità d'Italia si sono moltiplicate e dismisura. Che tristezza!
La ritenga la città perfetta, in Italia, per vivere la pensione. Ma alla mia età, direi, se la conosci, la eviti. :)

Parao ha detto...

Ooops, scusa. E' saltato un pezzo del ragionamento: Miramare è diventato famoso al tempo di Sissi, ma fu costruito ben prima.

Bruno ha detto...

Dell'agiatezza di Trieste non sapevo nulla, quanto al resto credo che il paragone con Barcellona (che ho visitato) sia molto... impegnativo per una cittadina italiana, quale che sia.

Per la storia della città, non voglio insegnarla a uno che ci è vissuto, mi viene però da pensare che le cose sarebbero dovute andare diversamente, se il vecchio PCI di osservanza stalinista non fosse stato così anti italiano. Perché Trieste, profughi d'Istria, Venezia Giulia ecc... hanno pagato per tutta Italia gli errori del ventennio e del conflitto, ed è un po' una strana ironia che da quelle parti le simpatie politiche vadano spesso a favore proprio della parte che quegli errori ha commesso.

Quanto a Miramare: volevo andarci ma sono rimbalzato, ho fatto la coda con una marea di veicoli ma poi non si poteva parcheggiare, anche nei dintorni un casino impressionante, dal che deduco che debba trattarsi di un bel posto :)