lunedì 11 gennaio 2010

I Pirati dell'Oceano Rosso

Con il titolo in lingua originale di Red Seas under Red Skies, tradotto in italiano dalla Nord come I Pirati dell'Oceano Rosso, la mano di Scott Lynch ha proseguito le avventure di Locke Lamora e dell'amico Jean, unici rimasti del gruppo dei Bastardi Galantuomini (a parte un misterioso personaggio femminile che è a quanto pare l'amore perduto di Locke).

E' un fantasy abbastanza particolare, viscerale e intriso di parolacce, sangue, vomito e altri umori. Ha una ambientazione del tutto mediterranea e prevalentemente italiana, in questo secondo libro è ancora più evidente nei nomi, che sia pure storpiati con qualche lettera raddoppiata e qualcuna tolta, per lo più sono nomi di casa nostra. I protagonisti vivono di furberie e carognate (anche se sono fin troppo moralisti quando si tratta di essere corretti fra loro). Insomma siamo decisamente nel low fantasy, ma è un fantasy arguto e divertente.

Quanto allo stile narrativo di questo secondo volume della serie, direi che è più evoluto che non in passato. Non ripeto qui le osservazioni fatte per Gli Inganni di Locke Lamora, dirò solo che lo scrivere scorre meglio, e ad un certo punto si abbandona (per fortuna, perché qui non ci stava molto bene) la pratica di alternare capitoli di antefatto con i capitoli della storia.

La trama invece ha qualche problema. Nei Pirati dell'Oceano Rosso i nostri anti-eroi si avventurano per mare, e la serie di eventi per cui vi finiscono ha, mi sembra, una logica un po' stiracchiata. Anche il finale, vivace e fulminante ma abbastanza compresso (vista la necessità tirare in breve le fila di una lunga storia) ha i suoi inciampi, soprattutto nel fatto che ad un certo punto gli amici o i potenziali alleati di Locke e Jean diventano fin troppo disponibili ad aiutarli e i nemici fin troppo stupidi e facili a farsi fregare quando invece sembrava che avessero tutte le migliori carte in mano.
La parte avvincente è fondamentalmente quella che si svolge in mare, e c'è una battaglia navale indimenticabile. Il finale lascia una questione in sospeso, ed è una questione mica da poco.

Aggiungo un particolare che risalta di più in questo libro che non nel precedente. Il mondo di Locke Lamora è unisex, i soldati e i marinai sono indifferentemente maschi e femmine. Questo è più o meno lo stesso scenario che trovo in telefilm come Battlestar Galactica e non mi dà alcun fastidio visto che lì si tratta di un'ambientazione fantascientifica dove la modernità e l'aiuto della macchina hanno reso superflua la forza fisica del maschio.
Nel fantasy invece vorrei una spiegazione, visto che seppure non è il nostro mondo, si tratta di un mondo faticoso e duro: ma con Scott Lynch non ce l'ho. Penso che sia accettabile e opportuno per la maggior parte dei lettori, e che dia la possibilità di avere graziosi personaggi femminili ad allietare il panorama; insomma una specie di politically correct da gioco di ruolo.
Mi si consenta di starmene in minoranza ed esserne infastidito.

Conclusione: come spesso accade, non mi è facile dare una valutazione sintetica di un libro (e invidio quelli che usano con disinvoltura le stelline di aNobii o che sanno dare voti numerici ai libri che recensiscono). Con questi Pirati dell'Oceano Rosso ho trovato parti entusiasmanti e particolari poco graditi o curati meno bene, perciò il mio commento è necessariamente articolato. Se mi chiedessero: ma allora questo libro lo raccomandi o no? direi che se è piaciuto il primo si deve provare anche il secondo e se avete amato i protagonisti alla fine sarete contenti di aver letto anche questo.
Anzi credo che, se e quando uscirà e verrà tradotto, non potrò che leggermi anche il terzo della serie.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Purtroppo no, la Nord ha abbandonato Lynch. Non lo tradurrà più, economicamente non ha reso come speravano.

(Bravi furbi, ho detto io, non l'avete pubblicizzato per niente...)

L'unica speranza per vedere il terzo libro (che forse uscirà quest anno in America) è che comincino a girare un film su Gli inganni, a quel punto sono sicuro tornerebbero a tradurre questa saga.
Ma visto che mi pare che il film non ci sia, niente Lynch tradotto.

Ah, nel terzo libro comunque dovrebbe entrare in scena Lei. Almeno stando al prologo che era girato in rete, un prologo ambientato nel passato (al tempo del Forgialadri) nel quale il giovanissimo Locke incontra la sua amata. Una gran figlia di ladro, se mi è permesso darne un giudizio! :D

Bruno ha detto...

Se davvero non ci ripensano sarà davvero un brutto colpo. Mi fa perfin rabbia, è una delle migliori cose degli ultimi anni, con tutti i difetti che gli si possano attribuire.

Sarebbe però molto bello un film su Locke Lamora. Mi fa pensare al poliedrico Jack Sparrow dei Pirati dei Caraibi, peccato che Johnny Depp sia un po' troppo stagionato per prendere la parte di Locke.

Se così non potrà essere, teniamo in forma l'inglese...