domenica 27 aprile 2008

Chariza. Il Drago Bianco


Ho finalmente terminato la storia cominciata con il primo libro di Francesca Angelinelli, quel Chariza. Il Soffio del Vento, la cui recensione potrete trovare nell'indice dedicato ai libri italiani. Ritorna quindi il mio rapporto tormentato con la protagonista Chariza, un personaggio che raggiunge livelli record sulla mia scala dell'antipatia, ma si riconferma la gradevolezza dello scrivere dell'autrice, cui posso ogni tanto imputare qualche prolissità, ma che possiede una capacità degna di nota nel fraseggio e nell'efficacia scenica delle descrizioni. La forma la trovo migliorata, segno che forse questo secondo capitolo della storia ha ricevuto dalla Runde Taarn più attenzione (anche la copertina, senza essere certamente un capolavoro, è migliore di quella del Soffio del Vento).
Devo dire che la narrazione trova finalmente il ritmo giusto proprio in Chariza Il Drago Bianco, e questo conferma che il libro non era fatto per essere tagliato in due. Nella prima parte praticamente era spiegato poco sulla protagonista, quasi nulla sulla sua storia, o sull'avversario che minaccia la casa regnante dello Si-hai-pa: tutto si riduceva (SPOILER) alla partenza di Chariza che, dopo la morte della madre di Suzume, si assumeva il compito di proteggere il principe bambino, lo salvava dal rapimento e lo riportava a casa. Insomma solo un prambolo alla vera sfida: anche gli indizi che Chariza aveva raccolto non venivano ancora svelati al lettore.
Nel secondo libro invece succede tutto: abbiamo lotta, amore, duelli, battaglie: ce n'è per tutti i protagonisti della storia, perfino le kiniru, le raffinate prostitute stile geisha che danno piacere a nobili e cavalieri, avranno il loro momento di gloria.
Chi rivela maggior valore, a parte la protagonista, è il suo amato Yukai, mentre Yoshio, il sovrano, si rivela un personaggio assai meno consistente, a volte deciso e valoroso, a volte debole e influenzato dagli altri (sì, è un po' moscio 'sto imperatore, rispetto ad altri personaggi maschili in lui si vede di più che l'ha descritto una donna). Anche la maledizione di Chariza si delinea maggiormente nella sua origine e nel suo scopo.
Senza voler svelare troppo, dirò che la storia ha la sua complessità e uno svolgimento interessante, con un paio di scontri finali ben resi. M'è però sembrato inutile una specie di infodump nell'ottavo capitolo, quando parecchi dettagli che sono comunque in procinto di essere svelati nell'azione, vengono presentati in maniera un po' forzata al lettore. Se non avete ancora letto questo libro, provate a saltarlo e tornare indietro a leggerlo dopo aver proseguito per qualche capitolo, probabilmente capirete il mio punto di vista.
La vicenda sentimentale di Chariza si concretizzerà, finalmente, non svelo chi è il fortunato (del resto non è difficile indovinarlo, c'ero riuscito già al primo libro), ma sarà una conclusione dolce e amara allo stesso tempo.
Cosa dire dei due libri di Chariza? Come avevo già scritto, un'uscita sfortunatamente affrettata, ci sarebbe stato bisogno di una revisione in più, e purtroppo qui la casa editrice non ha dato il doveroso supporto all'autrice. E' anche un'opera giovanile, nel senso che non è nemmeno la più recente di un'autrice decisamente giovane. D'altra parte le capacità ci sono.
Premesso che non ho certo letto tutto quello che è uscito, e che in genere non mi piace sbilanciarmi, premesso che in Chariza ho trovato comunque certi limiti e difetti, e che il mio personalissimo parere vale quello che vale, resto ancora dell'opinione che questo sia il miglior esordio recente del fantasy italiano fra quelli che conosco. Sventuratamente, è dovuto uscire con un editore a pagamento, e mi chiedo perché...

13 commenti:

Mariangela Parenti ha detto...

Non ho ancora letto nulla della Angelinelli forse perchè non riesco ad essere catturata da trame di questo tipo. Per ora passo, ma non escludo che in futuro...

Bruno ha detto...

L'osservazione è un po' troppo concisa per permettermi di capire, Mariangela. E' l'ambientazione esotica che non ti ispira? Se è per quello, non ispira moltissimo neanche me, ma è, se non altro, presentata assai bene. Oppure è l'elemento fantastico che non ti attrae? Sarebbe un po' strano, visto che sei qua... Comunque se è questo il motivo, per leggere questo libro ti servirà una maggiore disponibilità a sperimentare. Anche se potrebbe quasi sembrare un romanzo storico, l'elemento fantastico (poteri magici, maledizioni ecc...) è parte strutturale della trama.

Mirtillangela ha detto...

Ciao Bruno, quella di sopra ero sempre io, Mirtilla, sono che ero loggata con un altro account...

Dunque, ciò che non mi convince di Chariza è precisamente quello che hai indicato tu, l'ambientazione esotica.
Quando leggo che le storie fantasy vengono ambientate in giappone e in orinete in generale, mi prende un senso di angoscia. Perchè? Perchè, di norma, ricorrere ad ambientazioni di questo tipo suona come un'escamotage per "sfruttare" il mistero della cultura orientale, per "sopperire" a talune mancanze di inventiva.
Temo sempre che, se fossero stati usati altri nomi e altri luoghi, il risultato narrativo sarebbe stato il medesimo proprio perchè la geografia fa da contorno ma non da spessore. Serve per evocare ma non per costruire.

Non è questo il caso di Chariza, vero?

Bruno ha detto...

Dunque... difficile dire, questo discorso andrebbe affrontato con l'autrice, ci sarebbe da scrivere non una rispostina ma un articolo lungo e penso che lo saprebbe scrivere meglio di me. E se volesse farlo e spedirmelo, sarò lieto di postarlo. Apprezzo certo cinema moderno coreano e giapponese nonostante un certo splatter che lo relega inevitabilmente in serie B, ma credo che fantasy occidentale e orientale non si mescolino bene: ho visto la Tigre e il Dragone (premiato con un bel numero di Oscar) e ne sono rimasto disgustato, fra un'enfasi su combattimenti interminabili combattuti con tecniche ridicole e certi "superpoteri" che proprio non mi ispirano, personaggi poco approfonditi e una trama confusa.
Non parliamo per carità dell'influenza che il manga sta avendo oggi sul fantasy con il suo infantilismo, secondo me sta semplicemente ammazzando questo genere.
C'è qualcosa dell'arte orientale che sta sempre in bilico tra il sublime (aspetti meditativi, visivi, certo modo raffinato di pensare) e la pagliacciata (in genere, l'agire). Di solito nella loro produzione che raggiunge l'occidente cadono almeno in parte nella pagliacciata. Vedi ad es. quella serie TV (samurai) dove c'era sto tizio che attraversava il Giappone incontrando i guerrieri che il suo potentissimo rivale gli mandava contro: un uomo contro una nazione, e piano piano andava avanti e quelli che cercavano di fermarlo li ammazzava tutti.
Tuttavia in questo libro le caratteristiche orientali vengono riprese con mano occidentale nelle loro componenti migliori. Salvo Chariza che in un po' di occasioni fa la super guerriera ammazzasette, e si atteggia da tale (motivo per cui non la sopporto), Il Drago Bianco è una sintesi piuttosto felice.
Risposta zoppicante, ma non riesco a fare di meglio adesso.

Bruno ha detto...

E chiedo scusa a Mariangela ma parlando del bello e brutto dell'Oriente, non ho risposto alla domanda... Dunque, l'ambientazione orientale di questo libro discende semplicemente da un amore per tale ambientazione. C'è un mondo dietro e uno sforzo per scriverlo nonché una serie di racconti (qualcosa avevo letto se non sbaglio su Fantasy Story). Del resto il fantastico dovrebbe fra tutti i generi essere il più "autorizzato" a spaziare a piacere fra i mondi reali e immaginari (non per niente il nome di questo blog).
Comunque per essere chiaro nella mia risposta: l'elemento fantastico di Chariza ha un certo gusto orientale ma è fondamentalmente creazione dell'autrice, perciò non ci vedo nessuna operazione astuta alle spalle.

Anonimo ha detto...

Per prima cosa vorrei ringraziare Bruno per la bellissima recensione che rileva pregi e difetti di questo mio esordio e che mi trova sostanzialmente d’accordo su tutto.
Ma veniamo a noi… Beh, visto che sono stata chiamata in causa… eccomi qui!
Ma non ho capito, il problema sarebbe la scelta della mia ambientazione? Quella è la pietra dello scandalo?
Davvero, sono perplessa. Per prima cosa perché non vedo dove siano tutti questi romanzi fantasy di ambientazione orientale, anzi datemi qualche titolo che così me li compro!
Riguardo La Tigre e il Dragone (che adoro!) e i manga che rovinano il fantasy… ci sarebbe da aprire un luuuuungo discorso, perché il primo è la trasposizione cinematografica di un pezzo piccolissimo di una pentalogia (letteraria) lunga e complessa e che va inserito in un genere, cinematografico e letterario, ampissimo e che in occidente è quasi sconosciuto, quindi è normale capirci poco senza il background che lo sostiene, mentre per i secondi direi che dipende da cosa si legge e da come si approccia il vastissimo mondo manga. Io leggo manga molto poco infantili, in genere, o almeno sono quelli che poi mi piacciono.
Tuttavia non credo che siano stati questi i miei spunti quando scrissi Chariza.
Io personalmente ritengo che il fossilizzarsi, nel fantasy, in un’ambientazione medievaleggiante o celtica abbia reso un po’ sterile il fantasy contemporaneo, quindi in genere amo leggere chi esula dai clichè e se posso mi piace sperimentare io stessa cose diverse.
Ad esempio (appunto) sono un’appassionata di letteratura giapponese classica e, per quel che l’Italia mi consente, di wu-xia cinesi (letterari), quindi mi è venuto naturale ispirarmi a quei mondi per crearne uno mio dove far muovere i miei personaggi. Ma l’ho fatto per me, perché quel mondo lo sento vicino e perché mi riusciva facile creare personaggi tridimensionali ispirandomi alle mie letture e alle mie passioni. Se fossi stata un’appassionata di culture latino americane (tanto per dire) forse avrei fatto una scelta diversa. Inoltre non credo che i miei personaggi e la mia storia sarebbero stati gli stessi se avessi scelto di ispirarmi ad atmosfere più occidentali, perché parte di quel bagaglio culturale che li (e mi) accompagna deriva proprio dallo studio e dell’amore per l’estremo oriente.
Questo non toglie che Chariza sia un romanzo molto di ambientazione, ovvero dove il background è molto forte e a volte preminente. Ma me ne sono accorta quando ho scritto altri romanzi e sperimentato altre ambientazioni. All’epoca ero più piccola e inesperta.
Certo, poi il mondo cui faccio riferimento (e, in qualche modo, omaggio) può piacere o non piacere e su questo non posso discutere, ognuno ha i suoi gusti personali ed è giusto che li abbia. Però non vorrei che questo dell’ambientazione diventasse un pregiudizio.
In realtà ho fatto molta fatica a dare una risposta, perché continuo a non capire bene se il vero problema sia l’ambientazione o meno. Cmq sempre disponibile a riparlarne, magari più approfonditamente, così come di questo mondo, orientale, che amo tanto, ma sul quale non mi sono fossilizzata avendo poi scritto anche di altro.
Non so se sono stata chiara e se ho risolto i dubbi riguardo il mio romanzo.

Bruno ha detto...

Per rispondere a Francesca: il dubbio sull'ambientazione non era sorto da me, ma credo di capire che Mirtilla (mi corregga lei se sbaglio) non avendo letto il libro si chiedesse se l'ambientazione di Chariza fosse posticcia e messa lì tanto per avere un mondo accattivante fatto e finito, un po' come altri scrittori si basano direttamente su mondi che sono in pratica la Terra di Mezzo o i loro scenari di Dungeons&Dragons, ma più esotico e con un'aria di originalità.
Fermo restando che non sarebbe un peccato mortale se così fosse, mi pare che abbiamo risolto il dubbio dicendo chiaramente che non è quello il caso.
Per il discorso sulla cultura orientale, poco posso fare avendo come riferimenti principali... Gundam e Takashi Miike. Perciò non ho problemi, se così mi dici, a credere che l'universo anime/manga sia un po' più di quello che penso io. Purtroppo l'influenza sull'immaginario giovanile occidentale e sul fantastico l'ho vista eccome e, dato per scontato che esistano le doverose eccezioni cui ti dedichi nelle tue letture, mi sembra che questa influenza orientale non abbia affatto migliorato le cose.
D'altra parte fai notare, e mi trovi certamente d'accordo, che i cliché celtico-medievali (e potrei aggiungere tolkieniani) hanno avuto effetti parimenti negativi. E' vero, è così.
Io sono uno di quei quattro gatti che hanno letto qualche autore degli anni '20-'30, e un paio dei migliori degli anni sessanta, so benissimo che il fantasy aveva infinite sfaccettature, una volta, ma poi si è incanalato in un imbuto dove (ironicamente) la fantasia si è un po' persa...
Oggi col fatto che viene ritenuto letteratura per ragazzi, il fantasy è in una situazione in cui difficilmente si risolleverà, perché basterà rimacinare all'infinito gli stessi cliché per un pubblico sempre nuovo. Gli editori non sono incentivati a osare gran che di diverso e i risultati si vedono, anzi a dire il vero potrebbe andare anche peggio.
Comunque ti faccio un invito:
dal momento che siamo d'accordo sul fatto che sull'oriente andrebbe aperto un luuungo discorso, sarai benvenuta se trovassi tempo (e voglia) di essere ospite su queste pagine per parlarne.

Anonimo ha detto...

Volentieri, ma non aspettarti una cosa rapida, perchè purtroppo in questo periodo sono un pò presa dal lavoro, ma cercherò di raccogliere qualcosa e te lo manderò più che volentieri
^__^

Bruno ha detto...

Grazie. Rimarrò in fiduciosa attesa.

Mirtillangela ha detto...

@Francesca: prima di tutto chiedo scusa se la mia domanda a Bruno sull'ambientazione dei tuoi romanzi, sia sembrata una critica ai tuoi lavori. Assolutamente non era quello il mio intento anche perchè non ho ancora letto i libri anche se ci giro intorno da un pò ^^

La mia domanda era esattamente quella riassunta correttamente da Bruno: volevo un parere, prima di acquistare i testi, su come è trattata l'ambientazione orientale, se è solo uno sfondo o se, invece, è costruita con attenzione. E da quello che ho capito, è proprio così e, per un'appassionata di mondi come me, ciò vuol dire molto.

Sono anche d'accordo col senso di disagio provato da Bruno sull'attuale situazione del fantasy italico, ma spesso anche estero, virato sempre più sui ragazzi e quindi spesso ripetitivo. Ma confido che in Italia si stia vivendo "la nascita" di un genere, visto che è da poco tempo che il fantasy trova largo spazio nelle case editrici e negli scaffali; quando si entrerà nella fase "matura" sono certa che, anche se ambientati nel solito medioevo o mondo celtico, avremo prodotti di grande spessore.

Anonimo ha detto...

Sì, sì, avevo capito che non era una critica, ma è che io non ho mai vissuto questa ambientazione come un "problema", ma da quando è uscito il libro diverse persone invece l'hanno vista come tale e la cosa mi ha sempre lasciata un pò perplessa. C'è chi è arrivato a dire che non è una fantasy perchè mancano elfi&co.
Ora, anche io sono un pò stufa dei soliti fantasy. Se posso li evito sia quando leggo che quando scrivo. E anche io sono scettica sulla scelta del target, sempre più giovane, cui i fantasy che vanno per la maggiore puntano.
Infatti in genere i miei romanzi sono indirizzati a un pubblico più adulto. Chariza è ancora acerbo, ma io non lo farei leggere a un ragazzino, ad es.

Mirtillangela ha detto...

@Francesca: davvero ti hanno detto che non è un fantasy perchè non ci sono gli elfi?? Questa si che è bella! Chi ti ha mosso una critica del genere o è un tolkeniano convinto, e contro il fanatismo si può ragionare poco, oppure di fantasy non se ne intende molto.

E che addirittura l'ambientazione di Chariza sia un "problema" mi sembra assurdo! A volte ho l'impressione che le scelte "nuove" facciano un pò spavento al lettore fantastico, come se i clichè di genere non vadano mai "infranti".
Per me è un'emerita sciocchezza.

La mia domanda a Bruno non voleva essere una manifestazione di questo "scetticimo", tutt'altro. Vado alla disperata ricerca di ambientazioni diverse e particolari nel fantasy
in cui tuffarmi, volevo solo sapere in che modo, e con che spirito, avevi affrontato l'argomento.
E adesso sono convinta: non appena mi imbatterò nel primo volume, lo compro! ^^

Anonimo ha detto...

Auguri allora! Perchè purtroppo non è distribuito un gran che bene ç_ç Come dire, in linea di massima va ordinato ai librai, portando l'ISBN se no potrebbe anche aver problemi a rintracciarlo. Insomma, è un pò una lotta. Sul mio blog c'è un elenco di librerie in tutta Italia in cui dovrebbe essere più facile reperirlo ç_ç (di nuovo, ancora, sempre ç_ç )