sabato 15 dicembre 2007

Cosa giochiamo a Natale?



Di giochi da tavolo ne conosco tanti e devo dire che ultimamente hanno avuto un'evoluzione molto positiva. Si cerca di creare giochi con una buona grafica e dei bei componenti, regole abbastanza semplici ma non banali (che permettano di sviluppare delle strategie senza complicazioni superflue) e una durata del gioco abbastanza breve da riuscire a finire la partita entro la serata. Può sembrare strano ma queste semplici caratteristiche una volta non erano prevalenti.
Uno dei miei preferiti è Cuba della Rio Grande Games: ambientato nella società dell'isola pre-rivoluzione, vede i giocatori competere per la ricchezza gestendo ciascuno una grande tenuta che fornisce risorse tipiche del luogo.
Ci si arricchisce con la produzione di beni di immediato consumo (frutta) oppure suscettibili di ulteriore lavorazione: dallo zucchero di ottiene il rum, dal tabacco i sigari. Ovviamente per arrivare a questi prodotti finiti occorre investire, e costruire le strutture che li lavorano. Altre imprese, come la Banca, premiano il giocatore dandogli semplicemente denaro, ma tutte richiedono spazio, occupando terra che altrimenti sarebbe produttiva. I beni possono essere comprati e venduti al mercato (e questo fa oscillare i prezzi) o esportati, il che a volte è assai conveniente, caricandoli su una nave nel porto.
La politica ha il suo ruolo perché si devono votare delle leggi che possono privilegiare l'uno o l'altro giocatore. In definitiva, un gioco colorato e divertente ma non banale, dove si vince amministrandosi con sagacia e intervenendo sul mercato e in politica con astuzia.



Age of Empires III (della Tropical Games) ha un nome che sa un po' di gioco per computer, ma è un bel gioco da tavolo che potrebbe diventare un grosso successo (se non lo è già!). Il gioco narra della colonizzazione delle Americhe (e quando lo spazio sarà finito nelle Americhe, si passa a fare gli imperialisti altrove). La colonizzazione è un affare rischioso (meglio portare degli specialisti, i soldati), ma quando un territorio è aperto, può essere popolato dai vostri coloni. Il più influente ne guadagnerà beni di consumo e potere politico (i famosi, agognati, punti vittoria). Ma si può anche specializzare i propri emigranti trasformandoli in mercanti, capitani (coraggiosi), missionari.
Fulcro del gioco, sgomitare con gli altri giocatori per la terra e i beni che si possono guadagnare, ma anche aprire nuove colonie sconfiggendo gli indigeni e vincendo un ricco bottino di guerra. Costruendo varie strutture si avranno vari privilegi (un maggior numero di coloni e di soldati, maggiore manovrabilità sulla mappa, ecc...).
Anche qui, le regole non sono complesse, una volta capita la struttura del turno. C'è tuttavia molto da fare con le poche forze a disposizione, e ogni opportunità che non sfrutti tu, andrà ad arricchire un altro giocatore, rendendo perciò la scelta strategica delle priorità complessa e controversa. Contrariamente a Cuba dove praticamente la casualità è quasi nulla, mi pare che la sorte, buona o cattiva, abbia un maggior peso in questo gioco.
Entrambi i giochi sono disponibili in Italia (magari cercando un attimino...) però io li ho giocati in inglese e non so a che punto siamo con le traduzioni.
Buon divertimento.

Nessun commento: